I vari approcci al Videogaming

I vari approcci al Videogaming

Quello videoludico è un settore nel quale le categorizzazioni hanno da sempre ricoperto un ruolo di primo piano: genere di videogioco, target di riferimento, piattaforma e così via. Si tratta di diverse suddivisioni, tutte però accomunate dall’essere necessarie per un’analisi del mondo del videogaming. Fra le tante, una schematizzazione meno immediata di altre è quella volta a inquadrare non tanto il videogioco quanto i videogiocatori, e nello specifico in che modo questi si approcciano al videogioco stesso: che quest’ultimo rappresenti un passatempo, un’attività sociale o un vero e proprio lavoro, possono essere individuati alcuni approcci ben definiti.

Il primo è un approccio di tipo competitivo, dove caratteristica dell’esperienza videoludica è il confronto con altri giocatori. Esempio principale è perciò quello dei giochi multiplayer, spaziando dagli shooter in prima persona per arrivare ai simulatori di guida o sportivi: la fine della partita conduce all’esame dei risultati, dal confronto fra i quali emerge una parte vincente e una parte sconfitta. Un approccio simile fa sorgere numerosi parallelismi con lo studio: in maniera simile, infatti, per ottenere la vittoria i videogiocatori sono portati a dedicare molto tempo al costante perfezionamento delle proprie abilità, con il fine ultimo di essere costantemente superiori all’avversario.

In maniera diametralmente opposta, invece, può essere visto un approccio di tipo cooperativo, che pone la collaborazione con altri giocatori al centro del gameplay. La tipologia di giochi è abbastanza sovrapponibile ai precedenti, in quanto la cooperazione presuppone anch’essa il multiplayer, differenziandosi quindi per l’approccio del videogiocatore. A questo infatti viene richiesto di collaborare con altri videogiocatori in posizione di parità, e fine della partita è quello di superare con strategie comuni le sfide preallestite dagli sviluppatori del gioco. Si tratta dell’approccio che più di altri richiede interazioni sociali, tanto che spesso è accompagnato dall’uso di chat per coordinare le azioni di gioco.

Un approccio ancora diverso è da ricondurre al casual gaming, quello più tradizionale quando si parla di videogioco: un passatempo. Fra le caratteristiche, tipica è quella di avere un risultato immediato come nel caso delle slot, che presentano vari jackpot su piattaforme online come PokerStars Casino, o di alcuni giochi di fisica in Flash: in questi casi infatti il risultato è fin da subito significativo, ossia non ha bisogno di essere posto in relazione a classifiche o punteggi di terze parti, e l’unica cosa che conta è aver ottenuto o meno un determinato risultato prefissato. Si tratta dell’approccio più comune, in considerazione anche dell’estrema facilità di accesso dai dispositivi mobili che chiunque ha a disposizione.

In posizione un po’ più trasversale, invece, si colloca l’approccio volto all’intrattenimento, nel senso che se da un lato non esclude la possibile coesistenza con i precedenti, dall’altro comprende anche generi a questi esterni come i più classici single player. Si tratta di un approccio caratterizzato soprattutto dall’essere volto a beneficiare dell’esperienza narrativa offerta dal videogioco, approfondendo la conoscenza del mondo di gioco e delle vicende dei protagonisti, non di rado distribuite su più titoli di una stessa serie. È questo tipicamente il caso delle serie videoludiche, ma anche di titoli dalla forte componente artistica spesso sviluppati da piccoli studi indipendenti.

Si può infine individuare un altro approccio più particolare al videogaming, dove quest’ultimo rappresenta più un mezzo che un vero e proprio fine: un approccio di tipo lavorativo. Questo ovviamente comprende tutte quelle figure che utilizzino il videogioco per attività economicamente remunerate, aspetto tipico non solo degli sviluppatori ma anche per esempio degli eSport: in questo caso il videogiocatore è paragonabile a un atleta e, come nel caso dell’approccio competitivo, sarà spinto a cercare di ottenere il massimo dalle sue prestazioni, esattamente come un qualsiasi sportivo. Il medesimo approccio lavorativo è tipico di tutte quelle figure che si trovino invece ad avere a che fare con il videogaming per altre esigenze, come recensori o tester: in questo caso si tratta di un punto di vista più tecnico che di intrattenimento, dove il videogiocatore è caratterizzato dall’essere un osservatore imparziale chiamato a dare un giudizio tanto al gioco in sé quanto alla sua realizzazione tecnica, cosa che spesso fa passare in secondo piano proprio l’aspetto ludico del titolo.

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